SpeleoTrekkingSalento, associazione escursionistico-culturale no-profit di Lecce, da un'idea del suo presidente Riccardo Rella, con la collaborazione della prof. Rita De Matteis, ha voluto, per prima, ricostruire il Cammino per Leuca. Dopo la pioneristica 1997, da Gallipoli a Leuca, poi ininterrottamente dal 2004 a tutt'oggi, si è riattivato un pellegrinaggio Mariano lungola traiettoria mediana salentina con movimento lento, da Brindisi, per Lecce fino a Santa Maria di Leuca, su antiche stradine costellate dalla presenza di numerose cripte, cappelle e chiese, quasi sempre affrescate ed intitolate alla Vergine Maria. (v. volume "La Via Dei Pellegrini" del prof. Ezio Sarcinella).
La tradizione considera il Santuario di Santa Maria di Leuca tra i primi luoghi di culto dedicati alla Madonna; un’epigrafe nella Basilica recita che San Pietro, giunto a Leuca nel suo primo viaggio verso Roma nel 43 d.C., dopo averne evangelizzato le genti, trasformò in cristiano il tempio pagano già elevato in onore di Minerva.
L’attuale Santuario di Leuca del 1722, abbattuto dalle incursioni piratesche e ricostruito nel tempo per ben sei volte, oggi s’innalza come un fortino su Punta Meliso nella parte più meridionale del Salento, nel Tacco d’Italia, occupando così l’estremità di una grande area cultuale che si estende sino a Punta Ristola, a est della quale si apre la Grotta della Porcinara, che conserva sulle pareti circa trenta epiclesi ad Afrodite e a Giove Batus, le divinità del mondo messapico, greco e romano, cui si rivolgevano le preghiere votive dei viaggiatori del passato.
Autentico Finisterrae sul Mediterraneo, al centro dei traffici commerciali prima della scoperta dell’America, Leuca è stata sin dalla preistoria un crocevia obbligato di popoli, culture e religioni, meta di pellegrini da ogni parte della terra allora conosciuta, il primo porto d’approdo dalla Terrasanta, lungo le rotte di cabotaggio dalla Sicilia e dalla Calabria.
È per questa sua ancestrale vocazione di Terra dell’Accoglienza che la Madonna di Leuca, Maris Stellae, invocata come protezione dai marosi e dagli atti barbareschi, è venerata come Colei che abbatte le frontiere e unisce i popoli del mondo in un abbraccio di pace.
I pellegrini medioevali, che intraprendevano il cammino verso una meta sacra della cristianità, consapevoli dei pericoli del viaggio al punto da redigere il proprio testamento, sicuramente privilegiavano la strada più diretta e sicura, rispetto al luogo provenienza, che sapevano offrire la possibilità di ricovero e di preghiera presso qualche nota comunità monastica, da cui attingere utili informazioni per il prosieguo del viaggio.
Nel Salento la funzione dell’accoglienza fu svolta, principalmente, dai monaci italo-greci. Fuggiti dall’oriente, in seguito alla lotta iconoclasta, o dalla Sicilia, dopo la conquista araba, invisi alla Chiesa di Roma, ripararono nei luoghi più nascosti e meno accessibili, ponendosi come faro di civiltà per le popolazioni locali superstiti, cui insegnarono insieme alla preghiera le nuove tecniche agrarie.
Cripte e chiese, affrescate con icone di santi orientali, indicavano il cammino al pellegrino solitamente analfabeta e privo di carte geografiche che si dirigeva al Santuario di Leuca, tramite l’immagine dell’Angelo o di San Cristoforo o, forse, anche per mezzo dei graffiti di imbarcazioni a vela, ancora ben visibili sulle pareti esterne delle cappelle lungo il Cammino per Leuca.
In particolare dopo il 1300, con la decadenza dei porti di Brindisi e di Taranto, assunse particolare importanza quello di Santa Maria di Leuca.
Accanto alle cripte, alle abbazie dei monaci italo-greci (Cerrate- D’Aurìo) e agli antichi monasteri benedettini, come il Convento degli Olivetani a Lecce, sorsero altre importanti mansiones (quali l’Ospedale e Convento di Santa Caterina di Alessandria in Galatina, eretto per volontà di Raimondello Orsini del Balzo (XIV sec.) e affidato ai Francescani di Bosnia, il Convento degli Agostiniani a Sogliano Cavour ( XVII sec.) il Convento dell’Angelo a Specchia ( XVI sec.) sulla Serra dei Peccatori, il Complesso di Leuca Piccola a Barbarano, creato appositamente per l’ospitalità del pellegrino (XVII) da Don Annibale Capece.
A circa 1 Km da Leuca, nei pressi dell’odierna Masseria Coppola, sulla SS 275, l’ultima sosta era rappresentata dall’antica Cappella dei Lazzari, ove venivano curate malattie, quali lo scorbuto, il tifo, la podagra e la sifilide. Costruita nel XIV sec. dai Granduchi di Toscana per i naviganti fiorentini, che frequentavano numerosi lo scalo di Leuca, purtroppo non esiste più.
Nel medesimo luogo, importantissimo, inequivocabile, antico elemento di convergenza e aggregazione, divenne l’Erma Antica del 1753, un pilastrino in pietra con l’effigi degli Angeli e una preghiera alla Vergine.
Ridotto in pezzi in seguito a un incidente, il presidente Riccardo Rella e la pof. Rita De Matteis di SpeleoTrekkingSalento ne hanno cercato e recuperato i frammenti, ritrovati sotto il Santuario. Con la lodevole e gratuita collaborazione del restauratore Gianluca Lecci di Corsano e col nulla osta dell’Amministrazione di Castrignano del Capo, l'ERMA è tornata, nel 2008 nel suo posto originario. E' stato riattivato, così, anche il dimenticato rito delle pietre.
È proprio l’Erma, che oggi si propone come simbolo del Cammino per Leuca in quanto tramanda alla memoria il luogo in cui i pellegrini, provenienti dall’itinerario di levante o di ponente o dall’interno lungo le serre mediane, si riunivano, depositavano la pietra simbolo dei propri peccati e, con canti corali e preghiere, raggiungevano il Santuario di Leuca de finibus terrae.
L’inserimento nel Master Plan nazionale della Via Francigena nel Sud sino a Leuca contribuirà alla salvaguardia delle testimonianze messapico- romane, come Valesium di Torchiarolo e le Stanzie a Casal Sombrino di Supersano e delle innumerevoli espressioni artistiche, medioevali, rinascimentali e barocche, legate tutte, indissolubilmente, al Santuario di Leuca nella misura in cui divulgherà nel mondo un “Iter fidei” più di ogni altro vicino alla sensibilità popoli del Mediterraneo, in quanto permeato di spiritualità bizantina; al contempo si permetterà il recupero della funzione storica degli antichi e recenti luoghi salentini del pellegrinaggio, come S. Caterina D’Alessandria in Galatina, Leuca Piccola a Barbarano di Morciano di Leuca e la Tomba di Don Tonino Bello ad Alessano, per un processo di ricostruzione e di consapevolezza della nostra stessa identità.
È per quanto suddetto che il Master Plan delle Vie Francigene Europee, se vorrà proporsi come tracciato d’interesse europeo al fine di sviluppare una proposta turistica in chiave contemporanea, dovrà includere le vie di pellegrinaggio sino a Santa Maria di Leuca, che costituisce l’estremo lembo dell’Europa e, quindi, la convergenza naturale e spirituale delle Vie Francigene Europee.
Obiettivo di SpeleoTrekkingSalento è che lungo il percorso, regolarmente accatastato come “Bene culturale” e segnalato con il logo della Via Francigena nel Sud, vengano destinate strutture preposte all’accoglienza essenziale, ove il pellegrino potrà fermarsi e ritirare la “credenziale” a testimonianza del proprio passaggio.
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